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Valli, borghi e tegnue

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Valli e borghi del Litorale: itinerari da scoprire

Le Tegnùe

Antistante il Litorale di Cavallino-Treporti vi è una zona ricca di affioramenti rocciosi, caratterizzati da biocenesi di fondo estremamente significative sia per l'eccezionale biodiversità che per il loro fondamentale contributo al loro ripopolamento ittico dei fondali, "le tegnue del Golfo di Venezia" una sorprendente ricchezza di fauna rara e da proteggere.
Un ambiente marino incantato, contraddistinto da una straordinaria ricchezza di specie di pesci, crostacei, molluschi ed invertebrati. Una vera e propria “oasi sommersa della biodiversità”, un paradiso per gli amanti delle immersioni nel pieno rispetto della natura.
Le “tegnùe” sono una zona ricca di affioramenti rocciosi naturali, così diversa rispetto al tipico fondale fangoso o sabbioso dell’Alto Adriatico. Quelli delle “tegnùe” sono veri e propri “reef” naturali che si sono formati negli ultimi 4.000 anni, i cui costruttori sono delle alghe rosse calcaree chiamate corallinacee, poiché richiamano i coralli costruttori delle barriere coralline caraibiche. Le “tegnùe” si trovano a una profondità variabile tra i 15 e 40 metri e hanno dimensioni variabili: si va dai piccoli massi isolati fino a formazioni rocciose che si estendono anche per centinaia di metri.
La presenza di queste straordinarie rocce sommerse era nota già diversi secoli fa. I primi pescatori locali, che si avventuravano in queste zone per la loro pescosità, avevano notato che le loro reti scomparivano “misteriosamente”, per poi venire recuperate dal fondale danneggiate in modo grave. Da qui l’origine del nome “tegnùe”, che nel dialetto veneziano significa “trattenute”, per la loro capacità di trattenere e lacerare le reti. Ben presto i pescatori impararono a sviluppare rotte diverse rispetto a questa zona, così l’ecosistema delle “tegnùe” si è potuto conservare nel corso dei secoli. Le numerose cavità e gli anfratti rocciosi hanno permesso lo sviluppo di un habitat complesso e variegato, con una ricchezza di fauna rara e da proteggere. Tra queste numerose specie di stelle marine, che possono raggiungere anche dimensioni di 30 centimetri. Ma anche alcune spugne, come la “spugna del paguro” che si sviluppa sulla conchiglia del celebre gasteropode.
E’ intorno agli anni Sessanta del secolo scorso che è avvenuta la riscoperta delle “tegnùe”, al centro di studi e ricerche che ne hanno messo in evidenza la straordinaria valenza scientifica e naturale. Oggi le “tegnùe”, grazie a un progetto di salvaguardia sviluppato dal Comune di Cavallino Treporti e dalla Regione Veneto, hanno ottenuto il riconoscimento di zona protetta e oasi di tutela biologica.
Le “tegnùe” sono un’area ideale per le escursioni sotto il mare. Gli appassionati di immersione possono visitarle grazie ad alcune guide subacquee locali, che accompagnano i turisti nella visita alle “tegnùe”, promuovendone la valorizzazione e la tutela.

Ultima modifica: lunedì, 15 aprile 2024

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